Quando si parla di restauro del pianoforte sono generalmente tre le tipologie principali di intervento: riparazione, rigenerazione e ricostruzione. Il confine tra queste pratiche non è sempre di facile definizione, ma è indubbio che nel momento in cui un pianoforte deve essere restaurato (o bisogna acquistarne uno usato) è di fondamentale importanza capire la tipologia degli interventi già svolti prima di effettuarne, eventualmente, di nuovi.
Restauro pianoforti: la riparazione
In linea di massima, per riparazione si intende l’esecuzione di interventi minori su uno strumento che si presenta in buono stato. Tali interventi – solitamente di costo contenuto – possono prevedere, per esempio, la sostituzione di una corda rotta; la regolazione dei pedali o la riparazione di un martelletto. Si tratta, dunque, di operazioni che non alterano lo stato generale di un pianoforte in maniera sostanziale, ma ne permettono un funzionamento migliore.
Restauro pianoforti: la rigenerazione
Col termine rigenerazione si indica invece una serie di interventi più sostanziali che comportano un netto miglioramento delle condizioni, nonché il ripristino delle caratteristiche originali, di un pianoforte. Generalmente, un intervento rigenerativo prevede la regolazione della meccanica; la rasatura dei feltri dei martelli; la sostituzioni di piccole parti usurate (es. guarnizioni); la pulizia e la lubrificazione di tutte le parti meccaniche.
Restauro pianoforti: la ricostruzione
La ricostruzione, infine, è un vero e proprio restauro del pianoforte, che viene così riportato a una ‘seconda vita’. Si tratta cioè di un makeover totale prima del quale – visti i costi piuttosto elevati – è sempre opportuno valutare accuratamente il rapporto tra valore, stato e prezzo dello strumento. In linea di massima, un pianoforte di pregio che nel tempo ha subito pochi interventi merita di essere restaurato al di là del suo stato conservativo, poiché in buona parte dei casi la possibilità di ricondurlo alla sua qualità originaria è pressoché certa. La ricostruzione può prevedere la sostituzione di tutte le corde; la sostituzione delle caviglie e delle teste dei martelli; la rifilettatura il ripristino della carica e la riverniciatura della tavola armonica; la riparazione o la sostituzione del somiere; la riverniciatura del telaio in ghisa; la sostituzione dei feltri degli smorzatori, di tutte le guarnizioni e di tutte le parti meccaniche usurate; la regolazione completa della meccanica e della tastiera.
Non va, in ultimo, trascurato il restauro del ‘mobile’ che può richiedere, per esempio, il consolidamento delle gambe; il trattamento antitarlo; le riparazioni di parti in legno danneggiate o mancanti e la lucidatura a gomma lacca. Tutti questi interventi devono sempre essere eseguiti nel rispetto delle caratteristiche originali del pianoforte e dei materiali al fine di non alterarne le caratteristiche specifiche. Un restauro eseguito in modo errato comporterà irrimediabilmente la perdita di valore di uno strumento.
Poiché restaurare un pianoforte implica una serie di competenze che raramente si possono trovare in un solo professionista, è spesso inevitabile subappaltare alcune lavorazioni a terzi, prassi che il più delle volte comporta delle maggiorazioni sui costi degli interventi.
Liberalon, avvalendosi di un’esperienza più che trentennale nel campo del restauro e della rigenerazione, è in grado di ripristinare qualsiasi tipologia di pianoforte – dal fortepiano agli strumenti più moderni fino a quelli di recentissima fattura – gestendo in proprio tutte le fasi di lavorazione di modo da contenere sensibilmente i costi.
Pianoforte Schiedmayer del 1911
Questo video mostra i passi principali del restauro completo di un pianoforte Schiedmayer del 1911.